(+39) 080.4676776    (+39) 392.2418646    (+39) 392.1446400    info@pugliaetmores.it

La Puglia di Alberto Angela, donna dagli occhi bellissimi

La Puglia di Alberto Angela,
donna dagli occhi bellissimi

«Io sono uno che viaggia - dice Alberto Angela - ma solo in Puglia mi sono sentito avvolto dalla coperta dell’antichità e del calore umano». Lo racconta girando per Roma tra una riunione alla Rai e una corsa per prendere il figlio da scuola; e mette tanta passione nel riferire ciò che lo ha colpito durante il lungo giro di Puglia, un itinerario che lo ha portato «dal cielo agli abissi», dalla cima del campanile della cattedrale di Trani alla profondità delle Grotte di Castellana, «volando» tra un castello federiciano, uno scorcio murgiano, la bellezza delle antichità di Taranto e di tutto il Salento. «Una lavatrice la si riproduce ovunque ma qualcosa di mirabile come le vostre cattedrali non si fanno più, sarebbe anche impossibile copiarle», afferma.

Stasera alle 21,45 su Raitre va in onda la seconda e ultima puntata del suo viaggio pugliese per la trasmissione Ulisse, il piacere della scoperta: sabato scorso ha spaziato in lungo e in largo tra il Gargano e Ostuni, mentre stasera percorrerà tutto il Tacco, mostrando la pietra leccese, le meraviglie della basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, gli ulivi millenari e i monili altrettanto antichi del Museo Marta di Taranto.

Castelli, miti, feste popolari e paesaggi diversi... Alberto Angela, la sua emozione è stata più viva sul mare o nell’entroterra pugliese? «Non riesco in questo momento a pensare a una classifica, ma penso invece a una diversità che è strumento del Bello, come se la coralità delle cose differenti che questo territorio offre, sia il punto di partenza del suo fascino. La storia, l’architettura, il paesaggio sono un grande “insieme” e da voi non si può stilare una classifica di bellezza che consideri i trulli più che la cattedrale di Trani o il Barocco leccese: mi sono sembrati tutti simboli di una ricerca del Bello che dura da secoli e secoli, una ricerca del vivere bene che forse comincia sin dagli antichi popoli e giunge fino a noi».

Lei parla di una Grande Bellezza collegandola al calore della gente: uno stereotipo meridionale o una realtà che le è sembrato di toccare con mano? «Ho riscontrato un calore vero, almeno questa è la mia impressione, quella di persone che non solo ammirano il lavoro di apprezzamento del proprio territorio ma ne sono direttamente orgogliose. Dovunque siamo andati, abbiamo trovato questo “affetto” misto alla consapevolezza, finalmente, di avere una terra da scoprire. Io ho mostrato il lato bello e storico della vostra regione: se penso a Canosa di Puglia, ai vostri Musei archeologici, penso a quanto facciano impallidire altre collezioni molto più note. Lo so, i problemi ci sono. Ma sono molto fiducioso sul futuro qui, perché molto più che in altre parti del mondo ho visto giovani e volontari veramente convinti del lavoro per questa terra. Non abbiamo potuto citarli tutti, ma lo meritavano: le basi della rinascita le vedo in questa volontà, in questo orgoglio».

La Puglia sta vivendo un momento d’oro dal punto di vista turistico. Ma la «moda» non porta con sé possibili pericoli? «Sì, certo il problema esiste perché si sa che l’impatto del turismo può creare problemi, soprattutto quando, in suo nome, si cancellano le tradizioni e si punta all’omologazione. Ad esempio, se crescono i fast food e si cancellano le osterie o se si crea una Ibiza dove questa non ha senso di esistere. Ma nel caso della Puglia non vedo i semi di questa degenerazione, anzi. Certo, non posso misurare gli effetti di un impatto turistico degli ultimi tempi, perché non posso fare un confronto rispetto al passato, ma le dico che da voi ho provato sulla pelle l’emozione delle diverse epoche che sembrano non estinguersi mai. È come se ogni epoca abbia un baule di ricordi qui, in una grande soffitta che alla fine contiene tutto il possibile. Lei mi chiede se questa è una Puglia da cartolina, io le dico che dall’alto dei campanili è una meraviglia e che questa meraviglia continua in basso, come se fosse una donna con il velo alla quale scopri occhi bellissimi quando ti avvicini. Mi è sembrata bella Trani dall’alto, così come dal basso lo sono Galatina, Gravina, Lecce, Leuca, Gallipoli. Stasera viaggeremo tra il Barocco e la cartapesta, tra le feste che dimostrano quanto il passato riviva con voi. I dolmen, le strade romane, ma anche la pizzica e la taranta mi interessano: io trovo in questo ritmo il valore del suo rivolto sociale, quel ballo che si confronta con il “malore”, con il diverso».

Un Sud che rinasce, secondo lei, dalla sua bellezza e dal suo passato? «A me l’Italia sembra un cortile che sta al centro del Mediterraneo e che quindi da lì prende tutti i vari influssi. La scrittura, se vogliamo, arriva da voi perché, nata dai Fenici, è stata provata da un greco proprio al Sud e poi lo stesso è avvenuto con i Romani. Da voi si muove e si è mossa la geografia del sapere. Non lo dobbiamo mai dimenticare».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno del 17/10/2015
 

 

  Back

Assistenza
24 h
Garanzia e
Affidabilità
100%
Organizziamo
la Tua Vacanza
Qualità
dei servizi
Strutture
selezionate
Cura dei
dettagli

Puglia et Mores consiglia