Turismo, la Puglia tiene grazie a stranieri e lusso

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Quest'anno nonostante la crisi dovrebbero essere confermate le tendenze delle scorso anno. Il fatturato in calo pesa notevolmente sulle medie aziende che rischiano la chiusura

È un’estate “a macchia di leopardo” per gli albergatori pugliesi. Metafora abusata, ma che traduce visivamente quello che sta succedendo alle strutture ricettive: “Il Salento, la Valle d’Itria e il Gargano confermano l’andamento dello scorso anno, perché si difendono grazie alla clientela straniera – è il commento del presidente di Assohotel – Confesercenti Puglia, Francesco De Carlo – Il problema sono le aziende delle altre aree, che non si rivolgono al turismo di lusso”. A fine stagione sarà tempo di tirare le somme, ma le nuvole sono già all’orizzonte. Il calo del fatturato è evidente, nei primi sei mesi del 2013 ha registrato un meno 30 per cento.

Il rischio chiusura è dietro l’angolo: “I prezzi si sono fatti più competitivi, pur di lavorare – continua De Carlo – ma cosa succederà dopo l’estate? Quante strutture riusciranno a sopravvivere, visto che nei primi sei mesi dell’anno al Sud ogni due giorni hanno chiuso tre imprese del settore?”. Offerte e last minute sono quindi una boccata d’ossigeno per “stimolare la gente a viaggiare”, su Internet abbondano le promozioni. Ma la paura è diffusa, ed è lo scoglio più impervio per gli albergatori. “L’80 per cento del turismo pugliese è nazionale, se non si muove quello non si riuscirà a uscire dalla crisi”. Proprio Confesercenti nei giorni scorsi ha diffuso i dati di un’indagine nazionale per illustrare le tendenze in voga tra gli stranieri: la Puglia è scelta per la cultura e il mare, ma non riesce a competere con il Centro – Nord. Nonostante gli sforzi dell’agenzia regionale Pugliapromozione, la strada è ancora in salita se nell’immaginario collettivo la Sardegna è sempre prima in classifica per cortesia, il Lazio per l’arte e la Valle D’Aosta per l’ambiente.

“La Puglia ha un forte appeal e può trarre beneficio dalle crisi che travolgono Grecia, Turchia e Nord Africa – evidenzia Francesco Caizzi di Federalberghi – Gli stranieri conoscono le località di eccellenza già consolidate, mentre il guaio è per quanti hanno lavorato sempre con gli italiani”. Insomma, a settembre si parlerà forse di una tenuta della Puglia, ma sarà un dato bilanciato dalle presenze straniere che avranno soggiornato nei resort e nelle eleganti masserie. Non dai piccoli alberghi costretti ad arrancare, a tagliare servizi e personale pur di affrontare le spese. “Possiamo fare tutta la promozione che vogliamo, ma se l’Imu raddoppia e la Tares aumenta del 20 per cento, dopo che l’anno scorso ha avuto un picco del 30 per cento, come si può continuare a fare impresa in queste condizioni?”, analizza Caizzi che loda l’impegno di Pugliapromozione a spingere località meno di moda come Taranto e il Gargano, inghiottito dall’ombra di Vieste.

Discorso analogo si farà presto per Bari: a fine mese nascerà una società consortile che riunirà le sigle di marketing del territorio – come Federalberghi, Confesercenti e Confcommercio – per commercializzare il centro congressi della Fiera del Levante e associarlo a soggiorni in città. “Bari può lavorare durante la settimana con il business, nei weekend con il leisure”, continua Caizzi, cioè con tutto ciò che è vacanza, divertimento, cultura e arte e che può sfruttare da un lato l’aeroporto, dall’altro il porto.

Durante la campionaria saranno presentati progetti per intercettare il pubblico della Fiera e quello del Medimex, con sconti per chi viaggia in treno e agevolazioni per quanti si rivolgono in agenzia. “Bari ha il Petruzzelli, un teatro conosciuto a livello internazionale, ha tante chiese e un’ottima gastronomia. Metteremo insieme dieci alberghi in un progetto pilota che partirà dal basso, coinvolgerà Fiera e Comune e chiederà supporto a Pugliapromozione”.

Fonte: La Repubblica di Bari, 4/8/2013

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