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Salento, il mare dietro l'angolo

Alla scoperta della costiera pugliese e del suo entroterra. Per una vacanza estiva tra spiaggia e scoperte culturali, tra cicloturismo ed enogastronomia

 
 
 

Centocinquanta chilometri di spiagge, calette e scogliere bagnate dall'Adriatico e dallo Ionio, quattro Bandiere Blu 2013, cibi e vini da favola e tanta buona musica fanno del Salento la meta ideale per una vacanza tutta mare e sole. Meglio se tra giugno e luglio, oppure a settembre, quando la piccola Florida italiana è meno affollata.

Tanti i luoghi, in parte poco noti, dove è ancora possibile tuffarsi nelle acque cristalline di un mare che cambia colore a seconda delle volontà di Eolo, il dio che governa i venti. Iniziando dalle Bandiere Blu 2013. Nel comune di Melendugno si trovano le scogliere, intervallate da splendide calette sabbiose, di Torre Specchia, Roca e Sant'Andrea. Luoghi ancora in parte incontaminati, da scoprire girovagando per la costa - anche in bicicletta grazie ai numerosi itinerari cicloturistici - fermandosi nella suggestiva area archeologica di Roca Vecchia, con la misteriosa Grotta della Poesia, o nel porticciolo di San Foca, sul cui lungomare si trovano due locali noti per le prelibate cozze pelose appena pescate, da mangiare rigorosamente crude.

Chi non sa fare a meno della spiaggia sabbiosa può invece optare per una sosta nell'ampia baia di Torre dell'Orso, particolarmente frequentata nei mesi estivi. Proseguendo verso sud si giunge alle magiche spiagge di Otranto, tra le quali quella sabbiosa della Baia dei Turchi, nei pressi dell'oasi naturalistica dei laghi d'Alimini, da raggiungere a piedi dopo aver lasciato l'auto nei parcheggi ai bordi della pineta.

Oltrepassata Otranto - da non perdere lo splendido mosaico pavimentale della cattedrale - è d'obbligo un bagno ristoratore nell'incantevole baia delle Orte. Poi si incontra l'inaspettato fiordo di Porto Badisco, con la sua spiaggetta e la neolitica grotta dei Cervi, uno dei più imponenti monumenti d'arte pittorica rupestre d'Europa, con oltre 3.000 disegni in ocra e guano di pipistrello. Altre grotte a Castro, dove si trovano la Grotta Romanelli, con i primi graffiti pugliesi dal forte simbolismo sessuale, e la Grotta Zinzulusa, ricca di stalattiti e di stalagmiti, accessibile dal mare e da un ardito sentiero. Ai piedi della città vecchia di  Castro ci si tuffa nelle acque di una delle insenature più affascinanti della regione. Superata Santa Maria di Leuca,  si viaggia ai bordi di quel mar Ionio che, nel tratto di costa che va da Punta Ristola fino alla Baia di Uluzzo, regala giochi di colori e  riflessi irripetibili.

Poi viene Gallipoli, la città "bella", quasi un'isola nel mare, con le cupole abbaglianti delle chiese, il borgo medievale, i vicoli tortuosi, i bastioni, il castello, la fontana greca e i palazzi baronali e le vicine limpide acque della baia  di Porto Selvaggio - raggiungibile solo a piedi o in barca - all'interno di una vasta area dichiarata parco regionale per la sua bellezza.

Anche l'entroterra salentino è ricco di attrattive turistiche. Nella regione conosciuta come Grecia Salentina, una sacca geografica e linguistica,  sopravvivono tracce dell'antica civiltà greco-bizantina. Tra queste la "pietra della fertilità" nella chiesa di San Vito di Calimera, che richiama analoghi riti propiziatori ellenici. E come scordare i tanti castelli che, insieme a decine e decine di torri costiere e alle masserie fortificate, fanno del Salento una poderosa fortezza. Accanto ai manieri costruiti e distrutti da Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Veneziani e Saraceni il viaggiatore attento incontra, a pochi chilometri di distanza da Lecce, la splendida città fortificata di Acaia, unico borgo rinascimentale del sud d'Italia, che fino al 2014 ospita un'interessante mostra sull'area archeologica di Roca.

A completare l'affascinante panorama non potevano mancare quelle suggestive testimonianze della civiltà contadina note col nome di paiare: trulli troncoconici sparsi nelle campagne, per secoli rifugio di pastori e lavoratori agricoli.

Fonte: La Repubblica

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